Quando Opel produceva anche moto...
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Forse non tutti sanno che Opel è un brand che in passato si è dedicato anche alla realizzazione delle due ruote. Infatti, proprio la bellezza di novanta anni fa si chiudeva la trentennale esperienza della Casa del Fulmine quale costruttore di motociclette. Un’attività che fu sospesa in seguito all’entrata nel gruppo industriale GM.
Questo avvenne nel 1929, ma prima i fratelli Opel, che erano grandi produttori di bici, realizzarono uno studio di una motocicletta. Nell’autunno del 1901 infatti costruirono la loro prima “bicicletta a motore”, il telaio era quello di una comune bici ma il progetto prevedeva un serbatoio e un motore monocilindrico collegato alla ruota posteriore per mezzo di una cinghia di cuoio.
I pedali rimanevano al loro posto perché in fondo non si era ancora ben certi di quanto fosse davvero affidabile un motore a scoppio. Per non parlare del fatto che spesso la potenza di quei motori non era sufficiente per superare alcune salite ripide! Il prezzo relativamente accessibile (700 Marchi) della Opel 2 HP decretò l’immediato successo della prima motocicletta Opel.
In seguito, la necessità di prestazioni superiori portò la potenza della monocilindrica fino a 3,25 CV, ma poi venne realizzata una variante bicilindrica ad accensione elettromagnetica da 3,5 CV. Pur essendo commercializzate a prezzi di rispettivamente 400 e 600 Marchi, questi modelli ebbero un modesto successo e a fine anno uscirono già di produzione.
Nei difficili anni del Primo Dopoguerra arrivarono una serie di successi sportivi: a partire dal 1922 le speciali monocilindriche a 4 valvole Opel vinsero praticamente tutte le gare tedesche. Uno dei corridori più famosi fu Fritz von Opel, figlio di Wilhelm, che riportò il nome della Opel sulla bocca di tutti.
Così, a metà degli anni ‘20 Opel lanciò una monocilindrica di 498 cc che con i suoi 16 CV aveva prestazioni decisamente brillanti. Poi, nel 1928 fu presentata la Motoclub, una moto dalla linea moderna e dall’eccezionale maneggevolezza, che raggiungeva i 120 km/h, ma che in realtà era la riedizione di una moto prodotta con il marchio Neander.
Si trattava di una moto dal telaio realizzato in profilati d’acciaio stampati e chiodati anziché in tubi d’acciaio con la forcella elastica di insolito disegno. L’offerta al pubblico della Motoclub prevedeva una versione base con motore da 16 CV (1.190 Marchi) e la SS con motore da 22 CV (1.290 Marchi) riconoscibile per i due tubi di scarico, dotate entrambe con cambio a 3 marce. Purtroppo la Motoclub ebbe poco successo, un po’ perché arrivo troppo tardi, e un po’ per via del nuovo piano industriale della nuova proprietà.
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