Usa: parcheggiatori, barriera anti attentati
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Un programma federale Usa mira ad addestrare i dipendenti dei grandi parcheggi con lo scopo di prevenire attentati terroristi
I dipendenti dei grandi parcheggi in Usa potrebbero essere una delle ultime barriere contro gli attacchi terroristici. Un nuovo programma federale, infatti, mira ad addestrare le migliaia di addetti che vi lavorano a stare attenti a eventuali movimenti sospetti (auto abbandonate, persone che si aggirano senza meta tra le auto o che scattano foto) e a riferirli immediatamente alle forze dell’ordine come hanno fatto in Times Square a New York quei venditori ambulanti che poi hanno sventato un attentato.
“L’obiettivo – ha detto Bill Arrington, del dipartimento Usa per la sicurezza nei trasporti – è di far capire che tutti siamo potenzialmente interessati a sventare questi attentanti, anche se possono sembrare fatti altrui”.
Il programma è stato studiato per un anno intero ed è stato sottoposto a una convention alla quale hanno partecipato centinaia di gestori di grandi parcheggi situati in stadi, aeroporti, università, centri commerciali o stazioni di tutti gli Stati Uniti. E’ stato finanziato da un’agenzia federale che si occupa di emergenze nazionali e prevede che si insegni agli operatori “sul campo” come monitorare un comportamento, un’auto o una persona sospetta, evento che potrebbe precedere di giorni o settimane un attentato. Verrà insegnato a percepire come pericoloso il forte odore di benzina o il posteggio di un’auto dove non dovrebbe stare (cosa inattuabile in Italia).[!BANNER]
“Verrà spiegato che alcuni terroristi, per esempio, cercheranno di farsi assumere in luoghi sensibili facendo strane domande a chi li dovrà assumere” spiega Jeff Beatty, ex agente di Cia ed Fbi che condurrà il corso.
Il piano in oggetto fa parte di una più ampia strategia governativa volta a sensibilizzare i cittadini – passeggeri di aerei di linea, utenti della metropolitana, conducenti di autobus, portieri e via dicendo – a trasformarsi in “agenti segreti” delle forze dell’ordine. O, meglio, in semplici cittadini attenti a quello che accade, sviluppando in ciascuno il senso di responsabilità.
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