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Motore anteriore, centrale o posteriore: quali i vantaggi?

Di Andrea Tomelleri
Pubblicato il 2 ago 2016
Motore anteriore, centrale o posteriore: quali i vantaggi?
La posizione del motore determina un diverso comportamento dinamico della vettura.

La posizione del motore determina un diverso comportamento dinamico della vettura.

Di un motore spesso si prendono in considerazione caratteristiche come la cilindrata, la potenza o la coppia massima. Viene di solito tralasciata una caratteristica fondamentale, che risulta più determinante di quanto si pensi: la posizione del motore stesso. Un’auto con il motore “davanti”, non ha lo stesso comportamento su strada di una con il motore “al centro” o “dietro”.

La posizione del motore influisce sensibilmente sulla distribuzione delle masse e quindi sulla dinamica di marcia del veicolo. Assieme alle altre parti meccaniche, un propulsore ben posizionato contribuisce a raggiungere il bilanciamento ottimale 50:50, con il peso ripartito egualmente tra i due assi anteriore e posteriore: in questo modo la vettura risulta più agile tra le curve, più sicura nell’impostare le traiettorie e anche più piacevole da guidare.

La posizione del motore più utilizzata per ottenere una ripartizione dei pesi ottimale è quella centrale o centrale-posteriore (se il motore è più spostato verso l’asse posteriore). Questa configurazione ha il vantaggio di concentrare le masse all’interno del passo della vettura, evitando pesi “fuoribordo”. Per questo motivo viene utilizzata sulle supercar e praticamente su tutte le auto da competizione con carrozzeria monoposto. Montano il motore centrale auto come la Ferrari 488 GTB, le Lamborghini Aventador, le Porsche 718 Boxster e Cayman, le Lotus Exige ed Elise per citarne alcune. Con questo schema il motore si trova dietro i sedili anteriori, soluzione che limita i posti disponibili a due e costituisce uno svantaggio in termini di abitabilità.

Il motore in posizione anteriore è quello comunemente diffuso sulle auto di grande produzione. Il propulsore è collocato davanti all’abitacolo sopra all’asse anteriore oppure tra l’abitacolo e l’asse stesso (nel caso di motore anteriore-centrale). Questa soluzione ha il vantaggio di migliorare la motricità su fondi a bassa aderenza se abbinata alla trazione anteriore (come sulle auto di larga diffusione). In più, è  uno schema più economico da produrre in larga scala e garantisce una migliore abitabilità perché lascia libero lo spazio per una seconda fila di sedili e per il  bagagliaio.

Nello schema posteriore il motore è collocato “a sbalzo”, cioè appena dietro l’asse posteriore. Questa configurazione era abbastanza diffusa negli anni ’50 e ’60 su auto economiche a trazione posteriore (come il Maggiolino) sulle quali aveva il vantaggio di concentrare gli organi meccanici in un’unica zona della vettura. Il principale svantaggio è costituito dallo sbilanciamento dei pesi con un alleggerimento dell’avantreno. Sul piano della dinamica questo si traduce in una tendenza al [glossario slug=”sottosterzo”] in entrata di curva e al [glossario slug=”sovrasterzo”] in uscita, un riallineamento più difficile e una minore stabilità in presenza di vento laterale. Per questi motivi il motore posteriore è quello meno utilizzato nell’attuale produzione automobilistica, pur con eccezioni eccellenti come la Porsche 911, che grazie al motore posteriore a sbalzo ha ottenuto un comportamento dinamico unico. Ma non mancano esempi anche nei segmenti più economici: la Renault ha utilizzato il motore posteriore per l’ultima generazione della Twingo, che condivide la meccanica con la nuova Smart ForFour.

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