Formula 1: è crisi Ferrari
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La Ferrari è in crisi, crisi di uomini, soprattutto, perché la sensazione dopo Suzuka è che in questa Formula 1 dove ci si gioca tutto sul filo dei decimi di secondo e sulla capacità di reggere la tensione la squadra di Maranello non riesca a tenere il passo della Mercedes. È non è solo una questione tecnica, la monoposto c’è e si vede, ma gli errori del muretto box e di Vettel iniziano a diventare determinanti.
Suzuka è stato l’ultimo esempio di una stagione iniziata bene e che sta finendo malissimo. La scelta di gomme per il Q3, la partenza indiavolata di Vettel e il tentativo di sorpasso suicida, da kamikaze, su Verstappen hanno compromesso una gara che poteva essere ben diversa, ma sempre in salita a rincorrere chi, fino a Monza, rincorreva.
Ecco, quest’inversione di tendenza fa paura, fa paura per il presente e per il futuro, e già si pensa al prossimo anno, quando ci saranno importanti novità tecniche e Vettel sarà ancora più sotto pressione visto che avrà al suo fianco un giovane dalle doti indiscusse e che non avrà niente da perdere rispetto a lui che si giocherà il tutto per tutto, andando all-in per inseguire quel quinto titolo mondiale che Hamilton ha quasi messo in bacheca.
Attualmente, con 67 punti di vantaggio, il campione del mondo è come il Real Madrid che inizia il secondo tempo sul punteggio di 4-0, gioca con gli avversari, ostenta sicurezza e tranquillità e si concede dei virtuosismi. E in questa situazione un Vettel che compie errori a ripetizione è difficile che possa recuperare uno svantaggio così ampio, e già dal prossimo gran premio il mondiale piloti potrebbe essere nella ricca bacheca di Hamilton.
In questo contesto il fronte tifosi è spaccato, alcuni apprezzano comunque quanto fatto sul piano tecnico, altri rimpiangono Alonso, che comunque con una monoposto inferiore ha sfiorato due mondiali perdendoli contro la Red Bull sul filo di lana. E c’è persino chi ha ipotizzato, notizia recente, il passaggio di Arrivabene alla Juventus. In questo caos la scelta di comunicare a Raikkonen il suo allontanamento dal team poco prima di Monza rappresenta l’ennesimo tassello di una serie di errori che ha condizionato un mondiale che poteva essere vinto.
Dall’altra parte invece, i piloti collaborano, fin troppo, per il bene della squadra, la monoposto è cresciuta con uno sviluppo costante che ha consentito ha Hamilton e Bottas di poter recuperare il gap prestazionale sulle due Ferrari e nella seconda parte della stagione tutto è filato per il verso giusto.
Vedremo cosa succederà nelle ultime gare, ma è dura per i tifosi assistere ad un’involuzione della Ferrari proprio nell’anno in cui è partita da dominatrice. Così, l’anno prossimo molto probabilmente sarà ancora Raikkonen l’ultimo pilota della “rossa” ad aver vinto un mondiale, ma si parla di un lontanissimo 2007.
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